L’errore e il valore del perdono in una relazione D/s

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In questi giorni, parlando ed osservando quello che succede nei rapporti di alcune persone, mi sono ritrovato a pensare ad una cosa che spesso si sottovaluta, ovvero il processo che porta dal commettere un errore all’essere perdonati.

Non solo è opportuno rivedere quale sia questo percorso tipico, ma è anche importante far sì che il perdono, quando c’è, sia effettivo e permanente. Non c’è nulla di peggio che pensare che un problema, un malinteso o un errore sia stato risolto e perdonato per vederselo ritirare fuori ad ogni successiva discussione.

Andiamo per gradi. Il processo tipico è fatto di varie fasi:

 

  1. ERRORE
  2. AMMISSIONE/RICONOSCIMENTO
  3. PENTIMENTO
  4. RIMEDIO/PUNIZIONE
  5. PERDONO

1. ERRORE
Beh… qui l’errore può essere di qualunque tipo. Fatto sta che provoca una piccola frattura del rapporto di fiducia tra Dom e sub. Qualcosa non è stato fatto quando doveva essere fatto o, viceversa, oppure è stato fatto in maniera diversa da come richiesto. Insomma… c’è qualcosa a cui bisogna rimediare. O per cui si verrà puniti.

scusa2. AMMISSIONE/RICONOSCIMENTO
Capire ed ammettere di aver commesso un errore è un passo importante. Questo può avvenire autonomamente o perchè qualcuno ce lo fa notare. Ma senza questo passaggio non si potrebbero comprendere, seguire ed accettare i passaggi successivi. Come vedremo più avanti è importante che un errore venga riconosciuto prima possibile e qui sta l’importanza dell’attenzione sia da parte del sub, che, soprattutto, da parte del Dom.

3. PENTIMENTO
Proprio perchè l’errore commesso ha comportato un’incrinatura, è necessario ed importante che lo si percepisca come un comportamento che non si doveva tenere e da non ripetere. Il pentimento è quindi la fase in cui si accettano le conseguenze del proprio comportamento errato.

4.  RIMEDIO/PUNIZIONE
Non tutti gli errori possono dar luogo ad una punizione. A volte è più salutare per il rapporto che ci si concentri sul trovare un rimedio, ovvero un comportamento che possa in qualche modo annullare gli effetti dell’errore. Ci si è dimenticati di comprare qualcosa che il Dom aveva espressamente chiesto? Se si rimanesse bloccati per subire la punizione, magari non si avrebbe il tempo di uscire nuovamente a prendere quello che manca. Questa fase deve essere fatta in modo consapevole, ovvero capendo in quale fase del processo mentale si è commesso l’errore (e magari perchè) e quindi accettando di buon grado di subire la punizione o di doversi far carico di un comportamento compensatorio, il rimedio, appunto.

5. PERDONO
Solo quando si è arrivati a questo punto chi ha subito il torto è pronto per perdonare in modo sincero. Riuscireste a perdonare chi non si è pentito o chi non si preoccupa di porre rimedio o non accetta una giusta punizione? Io personalmente no…

Questo processo è importante che si svolga ogni volta che un errore viene commesso e che si svolga il prima possibile. Infatti è difficile pentirsi sinceramente se qualcosa ci viene fatta notare giorni, settimane o mesi dopo essere accaduta e quindi la relativa punizione (perchè probabilmente rimediare è impossibile) verrà ritenuta ingiusta, anche perchè scattano meccanismi del tipo “se me lo avessi fatto notare subito, magari avrei potuto fare qualcosa per rimediare… ora posso solo essere punito/a”. La tempestività serve a non far incancrenire il dolore legato all’errore. Tutto il processo che porta al perdono ne risulterebbe viziato e il perdono stesso avrebbe il sapore di una sorta di vendetta servita fredda. Tutte cose che non fanno bene ad alcuna relazione, tantomeno ad una relazione D/s.

Il perdono deve arrivare a cancellare una volta per tutte le colpe e soprattutto deve essere accompagnato dal dimenticare la colpa commessa. E qui si entra in un terreno delicato, perchè se da un lato è giusto che non ci si trascini episodi passati e ce li si continui a rinfacciare, non bisogna nemmeno rischiare che certi errori vengano ripetuti più e più volte senza che questa sequenza venga interrotta. Come si dice? Se mi freghi una volta è colpa tua, ma se mi freghi due volte è colpa mia.

Ma come fare?

Ancora una volta, il compito del Dom è quello di trovare e mantenere tale equilibrio. Una soluzione può essere quella dell’archivio con una sola casella. Mi spiego. Immaginate un archivio in cui ci può stare qualunque cosa, ma solo in un esemplare per ogni tipo. Immaginate che ognuna di queste caselle sia ben chiusa a chiave e che questo archivio sia dedicato agli errori commessi dalla propria sub. Quando la sub commette un determinato errore, dopo aver seguito l’iter descritto prima, lo si incasella con lo scopo non di tirarlo fuori per rinfacciarlo, ma di verificare che non diventi un errore abituale.
Così facendo possiamo andare avanti senza inciampare continuamente nel ricordo degli errori commessi in passato, perchè l’archivio è ben in ordine e tutto è chiuso a chiave, magari a doppia mandata. Questo dovrebbe limitare la possibilità di tirar fuori qualcosa durante una futura discussione relativo a qualcuno di quegli errori passati, perchè non è stato ben chiuso o perchè lo si è lasciato in giro.
Allo stesso tempo però, se un errore (o una tipologia di errore) viene commesso più volte, si scoprirà che quella casella è già piena e si avrà modo di scegliere quale dei due oggetti tenere (quindi quale è quello più grave o quello più rappresentativo o, semplicemente, il più recente di quella tipologia di errore). Sforzandosi di tenere questo archivio in ordine, si otterranno molti vantaggi.

Al momento di dover giudicare un errore, proprio perchè lo si fa tempestivamente e perchè si è abituati a non richiamare costantemente gli errori del passato, lo si potrà giudicare per la gravità oggettiva di quell’azione e non per il pregresso di frustrazioni di situazioni non risolte. E’ un approccio che deve essere affrontato senza emotività. L’errore, per quanto grave, non è un attacco personale al Dom, è un ostacolo nella crescita della sub.

Quali sono i benefici di questo approccio? Una migliore comunicazione in un momento cruciale come quello dell’errore, in cui la sub è emotivamente vulnerabile e il Dom potrebbe, involontariamente, riversare su di lei le proprie frustrazioni. E’ uno scenario più comune di quanto si pensi. La reazione della sub, nel caso in cui le si riversi addosso anche il peso di colpe pregresse, può essere quella di sentirsi inadeguata e quindi incapace di compiacere il proprio Dom, con il rischio di provocare una paralisi anzichè di spronarla a dare il meglio o a dare di più. Togliendo questa componente, il focus rimane sul presente, ogni errore viene visto come singola entità e trattato come tale.

Ma che succede quando lo stesso errore viene commesso più volte? Come comportarsi nel caso di recidiva? Semplice.
Non cambia nulla.

Ma come? Direte voi? Non cambia nulla anche se una sub fa più volte lo stesso errore?
Non fraintendetemi… Non cambia nulla nella gestione del singolo errore, anche se è stato commesso 1000 altre volte. Siate logici. Se io voglio che la mia sub mi riempie il bicchiere e lei ogni tanto lo dimentica, alla decima o centesima volta cosa pensate di fare? Di torturarla per giorni per un errore di poco conto? Vi fareste trascinare nel vortice di sommare le colpe.. anche magari quando queste dovrebbero essere già state espiate con un rimedio o punizione precedenti.
Quello su cui dovete concentrarvi, invece, è nel pensare a come fornire un metodo che aiuti la vostra sub a non commettere ancora lo stesso errore. La vostra sub continua a dimenticare di comprare qualcosa quando fa la spesa? Insegnatele a scrivere una lista anzichè cercare di tenere tutto a memoria, piuttosto che aumentare progressivamente la durezza della punizione al ripetersi dell’errore. In criminologia, infatti, esiste un limite alla durezza della pena oltre il quale questa non diventa più un deterrente per il crimine. E così è nelle relazioni D/s: lo spauracchio di centinaia di frustate non sono sufficienti per evitare l’errore. Soprattutto se manca l’attenzione al verificare che l’errore sia stato effettivamente commesso e quindi lo si lasci passare una volta si e una no o, peggio, lo si lasci passare più volte per poi richiamarli tutti in una volta.

Ricapitolando, quindi, i punti salienti che un Dom deve tenere d’occhio sono i seguenti:
1. Essere attenti a riconoscere l’errore prima possibile, in modo da poterlo correggere quando è ancora soltanto una svista e non un comportamento recidivo.
2. Correggere sempre l’errore quando questo viene identificato.
3. Seguire l’iter sopra descritto nella gestione del processo che porta dall’errore al perdono
4. Giudicare l’errore per quello che è e non per quello che gli ricorda.
5. Investire energie nell’elaborare e mettere in atto misure preventive dell’errore abituale.

6 COMMENTS

  1. Bell’articolo e sono daccordo con il contenuto, mi ricorda il metodo del mio vecchio Maestro di difesa personale: io avevo il brutto vizio di indietreggiare troppo nella difesa ma questo mi impediva di controllare bene l’attacco che mi era portato e quindi di evitare che esso si sviluppasse in modo più efficace e pericoloso, alle prime il maestro ne approfittava e me le dava per farmi capire la conseguenza naturale del gesto, poi mi mise con le spalle a una colonna per impedirmi di indietreggiare sugli attacchi e giocoforza imparai…

  2. Ottimo articolo! Io però differenzierei la questione del torto, che richiede ammissione pentimento e perdono, da quella dell’errore che richiene correzione (correzione che in caso di recidiva diventa giustamente cumulativa e sommativa). Sono due cose diverse secondo me. Se la sub si dimentica di riempirmi il bicchiere fa 10 flessioni, se lo fa 10 volte ne fa cento… Azione reazione, non vi è nulla di personale, è il principio “base” di un training. Anzi se così non fosse si genererebbero confusioni. Il Dom non ti punisce perchè cattivo, ma perchè ad azione corrisponde reazione. Tanto è vero che di solito vi è una lista di infrazioni a cui corrisponde una punizione specifica. Nella correzione dell’errore non vi deve essere alcuna traccia di emotività.
    Altra cosa sono i torti all’interno della realzione, o gli errori che costituiscono un torto verso il Dom come persona o compagno. Quelle dinamiche le hai spiegate molto bene.

    • si, se ogni volta che non ti riempie il bicchiere le ricordi che questo le costa 10 flessioni, le può anche fare tutte alla fine della cena (anche se è molto più efficace intervenire subito).
      Forse non mi sono espresso chiaramente, ma io mi riferivo al caso, purtroppo comune, in cui il Dom fa finta di non vedere (o in alcuni casi non vede proprio) la serie di errori, salvo poi “sbottare” e amministrare una punizione di 100 flessioni tutto d’un botto senza che la sub abbia avuto le giuste correzioni che avrebbero potuto rimetterla in carreggiata senza arrivare a soluzioni estreme. Quindi una cosa è dire all’inizio “ogni volta che dimentichi di riempire il bicchiere farai 10 flessioni”, perchè così facendo la sub ha la possibilità di prevedere la reazione. Altra cosa è non dire nulla (e quindi dare alla sub l’errata percezione di stare facendo la cosa giusta) salvo poi dire cose del tipo “non vali niente perchè non mi hai riempito il bicchiere tutta la sera, quindi ora fai 100 flessioni”. In questo caso, è probabile che il risultato sia di lasciare la sub confusa, addolorata e con la paura di agire in futuro, perchè avrà il sentore che le sue azioni possono essere potenzialmente errate anche se non vengono corrette subito.

      • Da sottomessa, vorrei aggiungere alcune riflessioni personali.
        Il perdono ha senso intanto se c’è effettivamente stato non solo il momento della vera presa di coscienza ed ammissione del torto, ma anche un cambiamento effettivo nel comportamento.
        Se dico di aver capito l’errore e di volermi impegnare a non farlo più, devo poi dimostrare questo impegno attraverso comportamenti concreti.
        Devo dare un riscontro effettivo alle mie dichiarazioni.
        E questo Stefano lo hai espresso, sono i punti 2-3-4.
        Però per me in una relazione D/s questo deve necessariamente avvenire attraverso un momento di disciplina o correzione. Nella relazione d’Amore aldifuori dei R/ruoli, potrebbe anche accadere che la semplice ammissione e riconoscimento di aver fatto del male o un torto all’altro basti come condizione necessaria e sufficiente a “scusare”, e dunque permetta anche di non “ripetere” la pena.
        Ma in una relazione D/s, come dice Riccardo, la recidiva va comunque punita, altrimenti la sub non imparerà mai o non sentirà mai davvero la possibile gravità delle conseguenze delle sue mancanze.
        E’ un po’ come quando possiamo farci togliere le multe fatte dall’autovelox, se eravamo in autostrada, e ce ne han fatte due o tre sullo stesso tratto.
        In linea di principio, considero opportuno che questo avvenga solo nel caso (come infatti avviene) che le multe le si sia ricevute in un arco di tempo ravvicinatissimo, lo stesso giorno.
        Se però io passo per quel tratto di strada, prendo la multa, la pago, e il giorno dopo e quelli successivi continuo ad andare a 170km/h, allora merito di essere punito ogni volta.
        O per la mia stupidità, o per la mia disattenzione, o per la mia presunzione che “tanto me l’han già fatta, me la faccio togliere”. (e aggiungo che questo mi è successo, e ho pagato ogni singola multa…:)
        Un’altra riflessione me la suscita il tuo commento Stefano, e te ne ringrazio.
        Tu dici: ” una cosa è dire all’inizio “ogni volta che dimentichi di riempire il bicchiere farai 10 flessioni”, perchè così facendo la sub ha la possibilità di prevedere la reazione. Altra cosa è non dire nulla (e quindi dare alla sub l’errata percezione di stare facendo la cosa giusta) salvo poi dire cose del tipo “non vali niente perchè non mi hai riempito il bicchiere tutta la sera, quindi ora fai 100 flessioni”. In questo caso, è probabile che il risultato sia di lasciare la sub confusa, addolorata e con la paura di agire in futuro, perchè avrà il sentore che le sue azioni possono essere potenzialmente errate anche se non vengono corrette subito.”
        Se il mio Dom mi chiede attenzione al Suo Servizio, è anche probabile (e potrebbe rivelarsi molto educativo) che voglia mettermi alla prova, e vedere se mi rendo conto che il fatto di non riempirGli il bicchiere è di fatto una manifestazione di disattenzione nei Suoi confronti. Anche se non mi ha esplicitamente fatto l’elenco di tutto ciò che vuole o non vuole io faccia, dovrei avere le antenne sollevate per cogliere e anticipare i Suoi bisogni.
        Il non dirmi nulla non necessariamente significa che voglia darmi l’errata percezione di stare facendo la cosa giusta. Magari vuole vedere se ci arrivo, visto che l’Attenzione dovrebbe essere il mio must.
        Quindi credo che la sub non debba sentirsi confusa o spaesata dal comprendere magari in corso d’opera, o dopo la sessione, o al termine di un Servizio, che ha mancato, anche se non le è stato fatto notare immediatamente.
        Il Dom credo abbia anche il diritto di osservare se la sub si auto-corregge e capisce cosa sta facendo, o non facendo, di buono.
        E’ ovvio che una volta che il Dom ha fatto riflettere la sub sulla sua mancanza, ella avrà anche la situazione più chiara e saprà, o dovrebbe sapere, che la prossima volta quella mancanza va evitata.
        Non vorrei mai che il mio Dom mi facesse a priori l’elenco di tutto ciò che è accettabile o no.
        E’ importante sapere quali aspettative fondamentali o requisiti minimi dovrei soddisfare, ma poi serve anche la mia proattività.
        E te lo dico perché proprio recentemente mi è capitato di essere rimproverata su qualcosa che sulle prime non capivo. mi sono disperata e ho chiesto al mio Dom quale fosse il comportamento concreto che aveva osservato. Il mio Dom non mi ha dato subito esempi concreti: mi ha spiegato perché era preoccupato, e di come mi vedeva potenzialmente comportarmi ed atteggiarmi verso una situazione. Dopo ho capito cosa intendesse.
        Credo che questo sia anche trattare la sub in modo molto più maturo, nel chiederle di impegnarsi ad individuare lei stessa e a prevenire l’errore, piuttosto che imboccarla con il cucchiaino.
        Grazie,
        red

        • Red, come ho detto (a questo punto mi rendo conto che sia necessario integrare o spiegare meglio il testo del post) il mio timore è che si inneschi un meccanismo per cui il Dom cerca di sopportare una situazione, salvo poi tirarla fuori molto tempo dopo, senza che l’errore sia servito alla sub come occasione per migliorare.
          Non mi pare di aver detto che nel rapporto D/s la fase di rimedio/punizione possa essere saltata. A volte le due cose possono essere combinate (es. hai dimenticato di andare a fare una commissione? ci vai subito e ci vai a piedi anzichè con la macchina). Non è una fase che può essere in qualche modo saltata. Era questo che avevo fatto intendere?
          Rigurado al ripetersi dell’errore, il punto che voglio esprimere è che, personalmente, trovo controproducente se non si segnala e non si corregge l’errore (lo si può anche far notare e rimandare ad un secondo momento, più opportuno, l’eventuale punizione) il “sommare mentalmente” le colpe, al punto che quando arriva un errore (magari anche in un ambito completamente diverso… es. la sub ha dimenticato di fare una determinata commissione) il Dom faccia pagare tutto insieme, compresa la colpa per non avergli riempito il bicchiere la settimana prima. So che sembra strano, ma talvolta è proprio il genere di dinamica che capita.
          Nell’esempio che hai fatto, delle multe, siamo d’accordo che se tu superi i limiti ogni giorno, riceverai una multa ogni giorno… ma non è che nel calcolo di ogni singola sanzione si tiene conto del fatto che hai già preso altre multe per la stessa ragione. Non è un processo cumulativo. La seconda multa non è doppia della prima, la terza non è tripla e così via… Ogni episodio è una infrazione a sè stante. Non è nemmeno giusto che chi fa le multe dica “vabbè… l’ha presa ieri o l’altra settimana, quindi stavolta non gliela faccio”. La certezza della pena è un deterrente molto più valido della sua durezza.
          La domanda quindi è “bisogna prevedere una sorta di aggravante per la recidiva”? Personalmente credo che non esista una risposta valida per tutti, perchè ogni sub ha caratteristiche emotive/caratteriali diverse e le situazioni possono essere diverse. Per alcune l’aggravante può essere uno sprone e non riceverla può essere percepito come una mancanza di attenzioen, per altre, invece, può essere un fardello ingiusto. Sta alla sensibilità del Dom, capire se, quando, come applicarla.
          Io ho cercato di analizzare quello che è un processo “ideale” e di sottolineare alcuni punti in cui questo processo può interrompersi o deviare dal percorso corretto. Ma è molto difficile riuscire a farlo in modo obiettivo e spogliandosi del proprio specifico modo di vedere le cose. Ti assicuro che la proattività, per quanto sia una qualità molto apprezzabile, può non far parte del modo di vivere la sottomissione di alcune persone, che danno invece il meglio quando è qualcun altro a prendere in mano il controllo anche nella fase di correzione e impostazione dei rimedi futuri per non ripetere l’erroe. Alcune sub infatti (e parlo per esperienza personale diretta), hanno bisogno di binari su cui poter correre, ma fanno grossa fatica a costruirli.
          L’impegno più gravoso per un Dom è quello di capire a fondo la natura della sub che si ha davanti.
          Grazie a te per il confronto. Mi hai comunque dato alcuni spunti su cui riflettere e che cercherò di integrare nel testo per renderlo ancora più chiaro e completo, con più punti di vista. 🙂

        • “…in una relazione D/s, come dice Riccardo, la recidiva va comunque punita, altrimenti la sub non imparerà mai o non sentirà mai davvero la possibile gravità delle conseguenze delle sue mancanze.”

          Sono d’accordo con ciò che dici, però non credo sia sufficiente ed infatti Stefano a portato la soluzione. La riporto qua:

          “Quello su cui dovete concentrarvi, invece, è nel pensare a come fornire un metodo che aiuti la vostra sub a non commettere ancora lo stesso errore. La vostra sub continua a dimenticare di comprare qualcosa quando fa la spesa? Insegnatele a scrivere una lista anzichè cercare di tenere tutto a memoria, piuttosto che aumentare progressivamente la durezza della punizione al ripetersi dell’errore. ”

          Dare infatti un metodo, che aiuti la sub a non sbagliare più è la cosa migliore. Anche perché la sub, non ha voglia di sbagliare, non lo fa di proposito. Non sbagliando, il rapporto tra Dom/sub – Uomo/donna, si rinforza, cresce, soddisfa e la sub questo lo sa e di certo non vuol vedere la fine di ciò che ama.

          Un’altro esempio che conferma la tesi di Stefano, ce lo ha dato Riccardo. La sub deve imparare 6 pagine di un libro. Lei magari lo legge e rilegge, ma quando arriva il momento dell’interrogazione, si rende conto di conoscere solo parte di quelle 6 pagine. Se non ti viene fornito un metodo (di studio in questo caso), si può tranquillamente cadere nella recidiva.
          Con questo non dico che la sub non può trovare da sola il metodo (visto che hai parlato di proattività). Dico semplicemente che in alcuni casi, non si hanno gli strumenti giusti, o magari quando lo si trova, è troppo tardi per E/entrambi.

          Grazie,
          nina

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