E’ indubbio che la scena BDSM italiana abbia ancora tanta strada da fare per raggiungere il livello di quelle di altri paesi europei o d’oltreoceano. Di solito si tende a guardare l’erba del vicino, sempre immancabilmente più verde, sospirando languidamente e rassegnandosi a quello che abbiamo da noi.
Ho provato a cercare quelli che possono essere alcuni dei motivi più comuni che impediscono alla scena e alla comunità BDSM italiana di raggiungere i livelli dei nostri cugini stranieri. Ovviamente queste sono opinioni personali, ma sicuramente possono servire come spunto di riflessione per ognuno di voi.
1) Il Vaticano
Inutile girarci intorno. Ma allo stesso tempo inutile pensare che basti puntare il dito contro la Chiesa per trovare la radice di tutti i mali e lavarsene le mani. Non basta addossare la colpa a chissà quali “poteri oscuri”: è più che altro una questione all’interno di noi stessi. Siamo noi che non sappiamo vincere il nostro imbarazzo e la nostra reticenza a considerare il nostro corpo e la sessualità come una parte sana, viva e a cui dare ascolto del nostro essere.
Il problema non è che qualcuno ci dice che fare sesso è peccato. Il problema è che una parte di noi crede davvero che sia così.
2) Il machismo
Anche questo è un elemento tipico italiano e, di conseguenza, anche del nostro mondo BDSM. Ci sono troppe persone che dicono di sapere tutto, di non dover dimostrare nulla a nessuno, di non aver bisogno di confrontarsi, perchè tanto “nella mia camera da letto faccio ciò che mi pare”. Eppure, nei miei viaggi ho notato che dove la gente è più abituata a parlare, discutere, imparare e condividere, la qualità e la preparazione media delle persone all’interno della scena era decisamente più alta. Invece da noi, si finisce per dover riscoprire ogni volta la ruota (avete notato come le domande nei vari forum siano sempre le stesse e, per lo più, di una banalità/livello tristemente basso?), perchè non si ha l’umiltà di imparare dagli altri e si preferisce pavoneggiarsi delle quattro cose in croce che si è capito. Ma come si dice? Ogni pavone, sotto la ruota, ha sempre il culo di un pollo…
3) I vicini di casa
Sembra strano, eppure è così. Siamo un paese in cui i legami sociali al di fuori della famiglia sono molto più forti che altrove. Questo è fantastico perchè ci rende un popolo fondamentalmente altruista e di grande ospitalità. Ma l’abitudine di essere socievoli e di guardarsi le spalle a vicenda finisce per mettere in difficoltà chi vorrebbe un po’ più di privacy. Ecco che anche il BDSM vissuto tra le quattro mura domestiche, deve tener conto della signora della porta accanto, che immancabilmente è in perfetto silenzio e pronta ad ascoltare ogni minimo rumore proveniente dal nostro appartamento proprio quando invece vorremmo che ci fosse qualcuno che mandasse a palla “Back in Black” degli AC/DC. La paura dei commenti e delle occhiatacce sono spesso sufficienti per avere meno voglia di sperimentare con la sessualità alternativa, men che meno di approfondirla.
4) La scarsa conoscenza dell’inglese
Avreste mai pensato che vi sareste pentiti di non aver prestato più attenzione alla vostra insegnante di inglese al liceo? Eppure è così. La maggior parte dei saggi e dei testi sul BDSM sono scritti in inglese. Certo, anche in Italia ci sono dei divulgatori che si fanno in quattro per condividere le loro conoscenze, ma la maggior parte di quello che potreste imparare è scritto su siti e libri inglesi ed americani. A testimonianza di ciò, c’è la scarsa presenza di italiani sui siti e forum internazionali, nonchè la ancor più sparuta presenza ad eventi, conferenze e convegni in giro per il mondo. Il risultato è ancora una volta perdersi la possibilità di ampliare le proprie conoscenze perchè non si ha modo di comunicare e comprendere quello che gli stranieri dicono. Altro che “the pen is on the table”…
5) La mancanza o il non rispetto delle regole
Chi viaggia e va ad eventi all’estero si rende conto quanto le regole lì vengano prese sul serio. E non importa se si tratta di un party fetish in cui il dresscode è obbligatoriamente “fetish”, appunto o delle regole di interazione all’interno di un dungeon. Da noi ognuno è abituato a farsi le regole su misura e a impuntarsi quando qualcuno fa notare che questo vale dentro la propria camera da letto, ma non quando si interagisce con l’esterno. L’aspetto sociale e comunitario delle regole e della “visione” condivisa sono sicuramente uno degli aspetti più lacunosi del BDSM italiano. Magari se la gente cominciasse a viaggiare di più le cose potrebbero finalmente cambiare…
6) Tu
Si, proprio tu. Se non sei parte della soluzione, sei parte del problema, dice un vecchio adagio. Ed è quello che penso anche io. Troppe persone, come te, si girano dall’altra parte, fanno finta di nulla e aspettano che i problemi vengano risolti da qualcun altro. Questo atteggiamento ti sembra vincente solo fino a quando il “problema” non ti riguarderà direttamente o non riguarderà qualcuno a cui tieni. Allora ti renderai conto di quante altre persone sposteranno il loro sguardo altrove e ti gireranno le spalle. Una comunità cresce e prospera dalla solidarietà. Tanti individui indipendenti in una stessa area non sono una comunità e non possono migliorarsi a vicenda. La soluzione è semplice quanto efficace: se c’è qualcosa che non ti va bene, datti da fare attivamente per cambiarla o migliorarla.